Il comportamento prosociale
Che cosa spinge ad aiutare. Psicologa Cantù
Parliamo di comportamento prosociale quando è diretto ad aiutare un'altra persona. Molto spesso i comportamenti di aiuto dipendono dall'interpretazione che le persone danno alle situazioni, essendo esposte ad influenze sociali. Il comportamento prosociale si differenzia dall'altruismo in quanto quest'ultimo dovrebbe riguardare comportamenti che non contemplano il desiderio di ottenere ricompense per se stessi.
Generalmente il comportamento di aiuto viene influenzato da:
- accorgersi del bisogno di aiuto di un'altra persona. Alcune persone sembrano essere più propense a notare qualcuno in difficoltà;
- le reazioni delle altre persone. Infatti se osserviamo che le altre persone non si sono attivate per aiutare un qualcuno che noi percepiamo come in difficoltà, è probabile che neanche noi lo faremo: è ciò che viene chiamato inibizione da pubblico, ovvero il timore di apparire sciocchi agli occhi degli altri;
- la valutazione del merito. E' più probabile che si presti aiuto a qualcuno quando si pensa che se lo sia meritato: se una persona è in una situazione di bisogno "non per colpa sua", probabilmente riceverà maggiore supporto di un'altra persona che pensiamo se la "sia cercata".
Ma non sempre questi aspetti sono sufficienti per motivare e produrre il comportamento prosociale. Possono infatti capitare situazioni in cui il bisogno di aiuto viene riconosciuto, ma che questo riconoscimento non si traduce poi in azione. Riporto di seguito come esempio un evento di cronaca accaduto negli Stati Uniti sul quale sono stati fatti diversi studi psicologici per capire quanto accaduto a livello sociale:
una mattina del marzo 1964 Kitty Genovese, una giovane ragazza, è stata brutalmente aggredita nel Queen, un sobborgo di New York. Nonostante le varie richieste di aiuto, la ragazza ricevette varie ferite e morì dopo diverso tempo. Le indagini dimostrarono che almeno 38 persone avevano udito le urla e assistito a buona parte dell'aggressione, senza però chiamare la polizia.
Come si spiega quanto accaduto? Le ricerche psicologiche svolte su questo fatto di cronaca che ha smosso le coscienze, hanno dimostrato come la presenza di altri osservatori abbia esercitato un'influenza su tutti loro, non chiamando la polizia e non intervenendo in alcun modo rispetto a quello di cui erano testimoni. La spiegazione di questo comportamento è che la responsabilità nel fare qualcosa di attivo per aiutare la ragazza era divisa tra tutti gli astanti. Questo fenomeno prende il nome di diffusione di responsabilità: finchè le persone non sentono su di loro il carico di assumersi la responsabilità di fare qualcosa e di farsi carico della situazione, è probabile che pensino che qualcun altro agirà al posto loro.
Anche un atteggiamento prosociale è fra gli aspetti che motivano l'azione; infatti ciascuna persona trova una propria spinta a fare qualcosa.
All'interno del percorso psicologico può essere prezioso soffermarsi su cosa motiva l'azione e le relazioni con le altre persone.